“La forza de La Verità sta tutta qui: nel suggerire sensazioni che ognuno è libero di interpretare, nel comunicare un senso di libertà a cui ciascuno può fornire un suo contributo, anche grazie ai piccoli clin d’oeil personalizzati che Daniele lancia ai diversi pubblici che incontra sul suo cammino. A quello ticinese ha regalato qualche gustoso termine dialettale (su tutti: bacüc per decrepito) e una versione de La Ticinella suonata con i calici di cristallo.”
(Corriere del Ticino 14.09.15 , Antonio Mariotti)
“ L’atteggiamento artistico di Finzi Pasca si pone, nolente o volente, in netta controtendenza con la maggior parte dell’avanguardia teatrale contemporanea, la quale, autocompiacente nel macerarsi di rabbia e disperazione, finisce spesso per esasperare persino gli esistenzialisti più avveduti dell’autentica sostanza dell’animo umano. In Finzi Pasca il conflitto si risolve nel sogno visionario e luminoso, che sulla scena raggiunge apici sublimi e lirici nei fondali in controluce davanti ai quali figure ambulanti o danzanti scorrono come ombre cinesi al suono di musiche ora martellanti, ora soavi;…”
(Giornale del Popolo 19.09.15, Antonio Gili)
“ (..) Finzi Pasca un sognatore che ha creato la pièce instaurando un dialogo con questa tela.”
(La Regione 14.09.15 , Clara Storti)
“Uno spettacolo surrealista che fa perdere il contatto con la realtà perché l’incanto è dato dai movimenti che non possono essere umani. Due ore entro uno spazio onirico occupato da personaggi che ti strizzano l’occhio dimostrando invece che è tutto reale anche se l’apparenza t’inganna (…)
Uno spettacolo entusiasmante che confonde e alla fine fa ritrovare l’intimo più profondo – in qualche piccolo gesto o in una frase – nel desiderio che si apre al sogno e nella speranza che, prima o poi, i nostri sogni diventino realtà.”
(rsi.ch Speciale Cultura LAC, Annalisa Scapin)