Aitestás

“Senza radici. Abbiamo camminato tutta la vita. Non ci fermeremo mai. Abbiamo scelto un titolo riscoprendo una parola e reinventandola perché così abbiamo fatto con tutto lo spettacolo. Così l’incoerenza della clowneria viene totalmente esaltata. Così la narrazione non è una storia ma una composizione d’immagini simili a quei sogni ricorrenti che molti di noi portano con sé dentro al silenzio delle notti. Abbiamo deciso di giocare dentro un teatro il gioco notturno del sognare e del raccontarsi a se stessi. L’incoerenza nella tradizione teatrale ha da sempre investito il teatro di clowneria.”

“L’incoerenza permette di alludere, di velare e svelare frammenti di vita che altrimenti resterebbero celati. Abbiamo usato la forma della rapsodia per strutturare questa avventura. Cerchiamo che la nostra coscienza aleggi attorno al gesto e non sia mai precisamente dove il gesto si compie. Così questo spettacolo oltre che raccontarci, presenta anche un modo di vedere e di trasformare la tradizione del teatro di clowneria, da sempre vicino alle radici del profondamente tragicomico. Questo spettacolo era prodotto in occasione dei quindici anni del Teatro Sunil e ne rispecchia precisamente la visione del teatro e il modo di raccontare storie.”

Daniele Finzi Pasca e Dolores Heredia, 1998

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